Premio mondiale alla scoperta dei bassorilievi a Faida

 
Archeologia, Arte Rupestre, Bassorilievi, Fotogrammetria Aerea, UAV, Mapping

 
Tutti i dati del seguente caso studio sono stati gentilmente forniti da Alberto Savioli del Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale (DIUM) dell’Università degli Studi di Udine.
 
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La scoperta a cui si fa riferimento in questo articolo è quella di dieci imponenti bassorilievi assiri rinvenuti a Faida, nel Kurdistan Iracheno settentrionale, grazie al Kurdish-Italian Faida Archaeological Project (KIFAP) condotto dall’Università di Udine insieme alla Direzione delle Antichità di Duhok.
 
Il ritrovamento di questi rilievi rupestri dell’VIII secolo a.C. si è aggiudicato il titolo di scoperta archeologica più importante del 2019 a livello mondiale, vincendo nel 2020 il prestigioso premio International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”.
Daniele Morandi Bonacossi, professore del DIUM dell’Università di Udine e coordinatore della missione archeologica, ha ricevuto il premio da parte della giuria internazionale lo scorso 20 novembre 2020. La cerimonia si è svolta a Paestum in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), la quale ha conferito alla missione anche lo Special Award 2020, ovvero il premio alla scoperta archeologica più votata sulla pagina Facebook della BMTA.

 

I Rilievi Assiri di Faida

Tutto ebbe inizio tra l’estate e l’autunno del 2019, in cui un gruppo di archeologi della missione italo-curda ha individuato nel sito di Faida un complesso di dieci bassorilievi risalenti all’epoca assira (VIII-VII secolo a.C.).
Di dimensione imponente – lunghezza di quasi 5 metri e altezza di 2 metri – dei dieci bassorilievi rinvenuti sono solo quattro quelli che si trovano in un buono stato di conservazione. Ciò è dovuto alla presenza degli strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina, i quali hanno ricoperto, e quindi compromesso, gli altri pannelli assiri.
 
Essi si estendono lungo un antico canale di irrigazione che venne probabilmente progettato durante il regno del sovrano Sargon II: scolpite nella roccia, si stagliano la figura del re e tutta una serie di divinità e animali sacri (Fig. 1), atti ad indicare la venerazione per il grande pantheon assiro da parte del popolo, e a celebrare la costruzione del canale d’irrigazione che avrebbe garantito fertilità al terreno e prosperità per coloro che abitavano quelle terre.

 

Fig. 1. Foto del bassorilievo “R4”, particolare. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Fig. 1. Foto del bassorilievo “R4”, particolare. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.

 

Il rilievo e l’acquisizione dei dati

Alberto e i colleghi del team KIFAP si sono occupati di effettuare l’acquisizione fotografica dei bassorilievi di Faida, in un contesto non certamente ottimale data la complessa situazione politica presente in Iraq. Ciò ha infatti influenzato le diverse fasi di realizzazione del rilievo, svolto con drone DJI Phantom Pro 4, tra cui la costante perdita di segnale a causa dell’interferenza con onde radio, e la conseguente impossibilità di effettuare missioni di volo automatiche seguendo una griglia regolare. La fotocamera integrata nel drone presentava un sensore CMOS di dimensione 13.2 × 8.8 mm di 20 MP.
 
Le foto sono state scattate a più intervalli (solitamente tra le 7 del mattino e mezzogiorno), in modalità manuale e con luce diretta, sia perpendicolari al terreno che frontali al bassorilievo, a circa 1 metro di distanza. Per migliorare l’accuratezza del rilievo, sono stati posizionati intorno ai pannelli anche i marker codificati di Zephyr per ricavarne i corrispondenti punti di controllo 2D (Fig. 2), mentre le coordinate 3D sono state ricavate con un GPS differenziale.
 

Fig. 2. Mesh con texture del bassorilievo “R4”, vista dall’alto. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Fig. 2. Mesh con texture del bassorilievo “R4”, vista dall’alto. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.

 

Processamento dati in 3DF Zephyr

Al termine della fase di acquisizione dati, le foto aeree di ciascun bassorilievo sono state importate in 3DF Zephyr. In particolare, per i quattro bassorilievi conservati meglio, chiamati “R4”, “R6-7” (questi due pannelli sono stati rilevati e processati in un unico progetto) e “R8”, Alberto ha scattato rispettivamente 185, 350 e 170 foto in formato JPG con una risoluzione di 5472 × 3648 pixels. Per tutti i progetti, non si è superato 1 cm di errore medio finale.
 
Qui di seguito, alcuni screenshots dei modelli 3D generati con 3DF Zephyr:
 

Mesh con texture del bassorilievo “R4”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Mesh con texture del bassorilievo “R4”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Mesh con texture dei bassorilievi “R6 – R7”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Mesh con texture dei bassorilievi “R6 – R7”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
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Geometria (sx) e mesh con texture (dx) del bassorilievo “R8”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.

 

Il premio “Khaled al-Asaad” e il ruolo di scoperta archeologica mondiale

Khaled al-Asaad fu un archeologo siriano che nel 2015 ha pagato con la sua vita al fine di proteggere l’antico patrimonio culturale della città di Palmira. Da allora, il premio che si identifica come tributo alla sua memoria, è diventato l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi che con la loro dedizione e competenza scientifica si impegnano ogni giorno a scoprire, e al tempo stesso proteggere, il patrimonio culturale di zone a rischio. Il KIFAP rispondeva appieno a questi requisiti, è ciò ha portato alla successiva collaborazione e sostegno da parte di ALIPH, l’unico fondo globale creato a favore della protezione e della riabilitazione del patrimonio culturale nelle aree di conflitto e post-conflitto. Ad essi, si sono aggiunti altri partner che ne condividono i valori e che consentiranno di mettere a punto un piano concreto di tutela e restauro dei bassorilievi assiri di Faida.
 
A questo link è possibile leggere il comunicato stampa completo, mentre qui sotto è possibile vedere il video su YouTube che ripercorre alcune tappe fondamentali della missione archeologica italo-curda.